mercoledì 5 maggio 2010

RISPARMIO ENERGETICO NELLA PA/FOTOVOLTAICO E NUCLEARE


Di seguito riportiamo un'interessante analisi del Prof. Pierleo Masciarelli, fondatore della Masciarelli Edizioni. L'articolo ben strutturato spiega in parole semplici e di facile comprensione il rapporto o meglio la differenza tra Investire e Risparmiare nel ambito delle energie rinnovabili.

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Il presente articolo NON intende essere un discorso di Politica Energetica quindi non verrano prese posizioni al riguardo. Piuttosto rappresenta una giusta valutazione delle risorse attuali alla luce della più recente Economia Politica e delle rigide normative Europee che trovano poca applicazione sul nostro territorio.
Sono stato uno dei primo in Italia ad intuire il risparmio derivante dall’organizzazione telematica ed al contempo umana della P.A. (vi invito tutti alla lettura di L’Efficienza E L’Efficacia Economica Degli Organi Collegiali”).
Sono stato uno dei primi nel mondo ad anticipare la Nuova Carta Elettronica (prima era solo un idea in Giappone).
Bene oggi mi sento di dovere diffondere le mie nuove intuizioni sul Risparmi Energetico nella P.A.
Pochi sanno, senza troppi fronzoli, che l’energia elettrica in Italia viene importata e che l’Euro poco ci aiuta nel reperimento di questa preziosa materia prima.
L’Energia si può produrre; ormai è pacifico però che i costi di produzione spesso sono maggiori dei ricavi totali.
Bene, queste considerazioni meritano una maggiore precisione. Infatti, l’Energia si manifesta in vari campi.
L’Energia elettrica ha due grandi rami di produzione, spesso attraverso monopoli naturali e quindi gestiti dallo Stato.
Lo Stato ha tre possibilità:
1) R i s p a r m i a r e;

2) I n v e s t i r e in:
a) Energia Nucleare;
b) Energia Fotovoltaica.
Bene, dunque le ipotesi a) e b) sono quelle più onerose.
L’ipotesi a) è realizzabile solo dallo Stato a causa dei costi fissi iniziali. Sicuramente è un sistema con alta propensione all’inquinamento. Tutta la questione è stata oggetto di una recente revisione normativa con una pedissequa riorganizzazione della materia.
L’ipotesi a) è realizzabile, anche, da un Privato cittadino. I costi fissi iniziali sono discreti (al riguardo vi invito a prendere maggiori informazioni sul sito amicohttp://fotovoltaicoabruzzo.blogspot.com/) considerando gli incentivi. I ricavi sono minori rispetto al nucleare, tuttavia l’inquinamento può essere considerato piuttosto ridotto.
Infine vi è la possibilità di sfruttare al meglio l’ipotesi numero 1.
Risparmiando la P.A. creerebbe quella che in Economia si chiama un crollo della domanda. Le conseguenze sarebbero notevoli. In prima facie il prezzo nominale dell’energia elettrica scenderebbe. In secondo luogo il denaro risparmiato potrebbe essere usato per creare lavoro. Scenderebbero così i prezzi al consumo dell’intero mercato. Utopia? No!
Esiste una legge che impone hai Comuni di adottare lampadine a baso consumo energetico? Si? Quali lampadine? Per quale consumo? Accese fino a che ora? E i negozi? Chi stabilisce quanti condizionatori può avere un negozio e se le porte devono essere aperte o chiuse? Queste regole esistono? Sono rispettate? Esiste un Codice dei consumi nella P.A. e nei settori con un consumo maggiore di una certa quantità? Buche! Falle! E la nave affonda!
Voglio dire sarebbe bene (anche se difficile) regolamentare i grandi consumatori!
Sarebbe necessaria una normativa più dettagliata, punto per punto.
Staremo a vedere cosa sarà in grado di fare il Governo.